Cara Fede,
non ti scrivo per amore e comunque so che non potrai leggere, perché sei cieca.
Sei infantile ed è per questo che resti bambina.
Intesi, ora che sono madre riconosco la tua importanza nella vita dei nostri figli.
Vedi (no), sono una persona che da a Cesare quel che è di Cesare: grazie a te la meraviglia e la speranza sedimentano nell’anima dei bimbi e li preparano ad accogliere l’esistenza con emozione.
Ma la magia è pericolosissima, così potente da connettere l’uomo con l’onirico, la follia, l’inconscio (chiamatelo come vuoi). Qualcuno non ritorna e la chiama divinità.
Fede, sei il simulacro della nostra solitudine, un gheriglio di terrore nel guscio duro della morte.
Cara Fede, non ti biasimo per i tuoi followers che ti chiamano con soprannomi maschili, Gesù, Krishna, Allah, fato, destino, sogno e via discorrendo.
Dico vero, hai fascinò perché nel tuo mistero prometti frutti buoni ed indefiniti.
Però Fede, parliamo chiaro, tutto quel che concedi é una traiettoria nel buio.
BONES, FLESH, TRUTH, DEATH.
Cara Fede, lascerò che Thea ti accarezzi come un gatto e le insegnerò a brancolare con te nella notte. Voglio farlo affinché bimba possa tirarti fuori dal ventre polvere di stelle, luccichini e poesia.
Poi accenderà la luce.